Gli anelli del potere 2: dite amici e…

Avatar Rolando M. Faggiano

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Gli anelli di cui si è tanto sentito parlare nella trilogia de “Il signore degli anelli”, di J. R. R. Tolkien, finalmente prendono forma con la serie “Gli anelli del potere”, prodotta da Amazon MGM Studios, che appunto si ispira proprio alla trilogia e alle sue appendici, le quali a loro volta provengono da “Il Silmarillion”. Per chi non lo conoscesse “Il Silmarillion” narra le vicende dell’universo creato da Tolkien fino alla Terza Era, e in quest’ultima si svolgono gli eventi del “Lo Hobbit” e “Il signore degli anelli”. Gli eventi della serie TV invece si svolgono della Seconda Era.

ALLERTA SPOILER
Credo che chiunque abbia apprezzato la trilogia dell’anello avrebbe voluto sapere di più sul periodo in cui “l’ingannatore” muovesse i suoi fili in una forma materiale. Scelto il tema, cioè la creazione degli anelli, viene coinvolto Sauron ma anche Celebrimbor. Per chi non lo conoscesse, Celebrimbor, è il fabbro elfico che ha creato gli anelli del potere ad esclusione dell’unico anello. Già conosciuto anche nelle storie, non canoniche, dei videogame “La Terra di Mezzo: L’ombra di Mordor” e “L’ombra della guerra” nei quali avrà un ruolo decisamente meno pacifico rispetto alla serie. Inoltre vedremo inserite anche vicende di altri personaggi principali come: le origini di Gandalf nella Terra di Mezzo, le questioni di Isildur e di Nùmenor e troveremo anche elfi già conosciuti, in particolare Galadriel e Elrond. Si può dire che gli spunti erano fin troppi e nel complesso la seconda stagione risulta dispersiva. Al di fuori dei dettagli e della durata delle puntate credo non abbiano saputo gestire bene tutto il materiale a disposizione. Sicuramente sarebbero state coinvolte tutte le parti alla fine, come è accaduto anche con a trilogia, però all’inizio è come se avessero fatto un buffet disordinato senza focalizzarsi bene su una sola traccia per poi puntare alle vicende di Annatar, Sauron camuffato, e l’Eregion, buttando qualche spezzone qua e là del resto. Avrei preferito una suddivisione che permettesse di focalizzarsi su punti più specifici però distribuiti fra le varie stagioni, come ad esempio nella prima stagione che va ad introdurre la storia e poi si concentra sugli anelli degli elfi necessari per poter rimanere nella Terra di Mezzo.

Infatti i primi episodi della seconda stagione, soprattutto il primo, mi hanno annoiato tanto, capisco che dovevano preparare il terreno per dopo ma ho avuto difficoltà a seguire fino alla fine. Poi rispetto alla prima stagione ho notato qualche piccolo difetto che avrebbero potuto evitare di inserire diminuendo, anche di poco, il minutaggio dell’episodio. Visto i livelli a cui puntavano, e soprattutto il budget, avrei preferito una cura più maniacale dei dettagli, mi riferisco alla dinamicità e coerenza di alcune piccole scene che a questo punto sarebbe stato meglio tagliarle per quanto mi riguarda. Giusto qualche esempio in particolare: Galadriel in fuga furtiva, episodio 7, che si mescola con gli orchi portatori di barella, personalmente credo che quattro di loro per alzare una barella con un orco minuto steso sopra sia un po’ esagerato. Sempre nello stesso episodio, prima del taglio irreversibile con cui Celebrimbor riesce a liberarsi dalla manetta con cui era stato intrappolato da Sauron, avrei preferito vedere più impegno nel provare a liberarsi e semmai anche utilizzando il classico metodo che si vede spesso nei film, lussandosi il pollice.

A proposito dell’adattamento in un unico episodio hanno utilizzato la parola “periglio” diverse volte e poi è scomparsa del tutto nel resto della serie, mi chiedo il perché di questa scelta. Per curiosità ho ascoltato anche la versione inglese e in effetti utilizzano la parola “peril” che poteva comunque essere tradotta come “pericolo”, non che “periglio” sia sbagliato ma per me in inglese suona meglio. Riguardo il doppiaggio, invece, il doppiatore italiano di Sauron non mi è piaciuto in alcuni punti, per lo più quando si trova da Celebrimbor per convincerlo a forgiare gli anelli del potere anche per le altre specie. Come se l’espressività delle parole non fosse in armonia con l’interpretazione dell’attore.

Infine il combattimento finale tra Sauron e Galadriel sinceramente non mi ha entusiasmato, eppure Galadriel nota combattente avrebbe dovuto essergli in qualche modo superiore nella spada. Sauron invece si difende bene e non fa altro che menare fendenti, parlare e cambiare aspetto, senza tentare nessun inganno mentale particolarmente artificioso come con Celebrimbor.

Insomma questa seconda stagione non mi ha fatto impazzire, però hanno ripreso bene diverse cose già viste nella trilogia, ad esempio riguardo i nani: le Porte di Durin e il Barlog, e verso la seconda metà migliora riducendo la dispersione delle varie trame e facendo capire dove si vuole arrivare. Proprio alla fine però hanno inserito qualcosa di decisamente poco originale e per me è stato davvero inopportuno, l’ho visto come un palese riferimento ad “Harry Potter”. Inopportuno perché è stato anche enfatizzato inserendolo a fine stagione, chiudendo la seconda ma contemporaneamente aprendo la terza alludendo a Gandalf come protagonista principale. In ogni caso è una serie che si distingue con standard più da cinema che da serie TV, per me è da vedere nel bene o nel male. La trovate in streaming completa di tutti e 8 gli episodi su Prime Video.

Se non temete lo spoiler leggete il riferimento a HP

Bombadill dice a Gandalf dopo aver trovato il suo bastone: “Uno stregone non trova il suo bastone, esso trova lui”, praticamente Olivander a Harry in “Harry Potter e la pietra filosofale”.