Ennesimo live-action di Netflix stavolta, però, non si adatta dal manga ma bensì si appoggia al mondo di “Kiseiju – L’ospite indesiderato”, per noi italiani, e tira fuori una sorta di spin-off apprezzabile. Per chi non conosce “Kiseiju” ci troviamo in un mondo in cui dei parassiti alieni hanno invaso la terra e, mossi dall’istinto, predano i cervelli degli esseri umani per cibarsene e prenderne il controllo, sostituendosi a loro con l’unico obiettivo di sopravvivere. Ma troveremo un parassita alieno che non riesce ad impadronirsi completamente del protagonista, cosa che è in comune in entrambe le opere.

SPOILER LIEVI
Nella serie live-action le vicende si svolgono in Corea mentre nell’opera originale siamo in Giappone, inoltre la protagonista coreana è femminile contro il protagonista maschile giapponese. Ci sarebbero tanti altri paragoni da fare ma mi concentrerò sulla serie live-action. La cosa più difficile sarebbe dovuta essere integrare questi parassiti con la grafica digitale nel mondo reale invece in questo sono riusciti perfettamente, all’inizio può sembrare un po’ anomalo ma poi ci si abitua velocemente. Coadiuvati da un’ottima fotografia in generale, ma anche la scenografia è ben curata e aiuta non poco, la scelta delle luci rende il tutto un po’ dark ma accompagnato dalle scene splatter danno la giusta sensazione, anche se l’anime lo ricordo decisamente più luminoso. La storia anche se simile all’opera originale è ben diversa e si sviluppa più su un ottica di posizioni sociali e di potere derivato da esse infatti i parassiti sembrano essere molto ben organizzati fin da subito. Anche i terrestri però sembrano aver reagito velocemente e questo costringerà i parassiti a mosse ben pensate. Proprio per queste dinamiche e il coinvolgimento delle forze dell’ordine lo collocheri nel genere dei “thriller”. (+ gli altri sottogeneri = thriller-action-horror-splatter) La protagonista invece è come se fosse estranea a tutto ciò ma per la natura stessa dei parassiti e per la sua situazione paricolare con il proprio diventa sia ambita che nemica di entrambe le fazioni che di conseguenza la coinvolgeranno nelle varie vicende.


Il tutto è ben mescolato e si lascia guardare quasi con leggerezza e a me non è dispiaciuto. Per chi non l’ha visto il mio consiglio è di vedere l’anime prima della serie, per chi invece l’avesse già vista consiglio di vedere l’anime. Ad ogni modo questa serie mi sento di metterla nella pila dei “live-action fatti bene” e la trovate in streaming su Netflix, dove troverete anche l’anime.
piccolo spoiler/curiosità
Un’altra chiara ispirazione, che si può notare nel primo episodio dell’anime, è la scena del pastore che tenta di imparare a parlare guardando i programmi TV dopo aver ucciso la moglie del suo ospite.