Planetes

Avatar Rolando M. Faggiano

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4 minuti

Nel 2075 Ai Tanome viene assunta alla Technora Corporation, una grande azienda con base nello spazio, e viene assegnata alla sezione Detriti presa sottogamba da tutti e inizialmente anche da lei. Alla “Mezza sezione”, così soprannominata dal resto dell’azienda, Ai insieme all’equipaggio della “Toy Box” si occuperà del recupero dei detriti spaziali che capiteranno nel range d’azione della base. Man mano conoscendo i colleghi verranno fuori i legami, le loro storie e l’opinione sulla “Mezza sezione” cambierà.

ALLERTA SPOILER
Sinceramente non mi sarei mai aspettato che “Planetes” fosse un anime prodotto nel lontano 2003, infatti l’ho scoperto solo dopo averlo finito e mi ha stupito per diversi motivi oltre alla qualità generale. Infatti in quest’anime tratto dall’omonimo manga di Makoto Yukimura del 1999, con oltre vent’anni sulle spalle affronta tematiche che sono assolutamente attuali. Ciò mi da pensare, o l’autore aveva la sfera di cristallo da chiaroveggente con la quale è possibile scorgere il futuro oppure molto più semplicemente significa che questa problematica era stata già ipotizzata e/o osservata ai tempi. Sta di fatto che l’autore riesce con i mezzi dell’epoca a creare un’ambientazione a parer mio molto realistica che non sfocia in una fantascienza irrealizzabile. Certo a distanza di oltre 20 anni oggi potrei dire che ci manca qualcosa ma durante la visione non se ne sente assolutamente la mancanza, anche perché la trama riguarda perlopiù i rapporti umani però in quel contesto.

La storia fin dall’inizio sembra essere incentrata su Ai Tanome, in effetti l’anime questo porta a pensare, ma nel frattempo alle sue vicende si accavallano col giusto ritmo anche le storie degli altri dipendenti della Detriti. Alcuni personaggi avranno più spazio di altri che invece saranno secondari ma comunque ben caratterizzati e con un background che darà dettagli al contesto generale completandolo ma senza esagerare. Quello che avrà più spazio di tutti sarà il collega e senpai Hachirota Hoshino, chiamato da tutti “Hachimaki”. Tant’è che man mano sarà sempre più presente e dopo un determinato evento la storia sembrerà virare su di lui. Anche se il lavoro di Ai e Hachimaki è effettivamente pericoloso e una ferita o addirittura la morte da incidenti durante il recupero sembrano non essere eventi rari, per i protagonisti l’autore preferisce altre vie. Forse anche peggiori ma sicuramente ben ponderate e in generale non mancheranno problematiche come ad esempio i rischi dalle radiazioni ai quali sono esposti gli astronauti oppure gli effetti della bassa gravità sul corpo umano. Così l’autore farà emergere anche i problemi legati alla psiche umana che a loro volta porteranno Hachimaki ad un cambio di comportamento, oppure si potrebbe dire che emerge un tratto caratteriale già esistente del personaggio, ben introdotto anche da altri elementi genetico-familiari.

In generale la serie ci mostra dinamiche non estranee a quelle attuali ma proiettate in un futuro abbastanza vicino quasi da poterlo quasi toccare. Come dicevo prima ad oggi potrei affermare che ci manca qualcosa e quel qualcosa potrebbe essere un attrezzo per poter permettere agli operatori di smantellare i detriti troppo grandi. Anche se questa dinamica può non essere essenziale in quanto il concetto sempre presente è quello di non generare nuovi detriti, tagliare un detrito magari con un attrezzo laser in effetti significa generare altri detriti. Inoltre questo è più o meno giustificato dal fatto che in casi di emergenza lanciano il detrito verso l’atmosfera terrestre per farlo incenerire.

Dal punto di vista tecnico l’anime è fatto davvero bene, è tutto ben curato dalle animazioni ai suoni. Ho molto apprezzato anche la regia, di Gorō Taniguchi, e la scelta di ricollocare alcuni fatti riguardanti la bussola di Yuri, che nel manga vengono esposti nelle prime pagine togliendo il mordente della scoperta che invece ti dà invece l’anime. Se vi piacciono le serie fantascientifiche già solo per l’ambientazione è un’anime da vedere assolutamente. Invece per la storia non lo consiglierei a tutti, soprattutto se non si è abituati a vedere cose giapponesi. Lo trovate in streaming sottotitolato in italiano su Crunchyroll.